Risveglio del sé nel trattamento di un caso di psicosi
Abstract
L’Autore ci descrive il trattamento di una giovane paziente schizofrenica utilizzando un orientamento ispirato alla Psicoanalisi del Sé. Viene passata in rassegna la letteratura psicoanalitica in merito a questi disturbo e viene proposto un interessante punto di vista, rendendo possibile integrare la teoria di Kohut con delle problematiche da lui stesso considerate non trattabili analiticamente.
Attraverso la descrizione del lavoro terapeutico l’Autore ci mostra come venga utilizzato un approccio multimodale per poter sostenere lo sviluppo del Sé della paziente rimasto inibito a causa della psicopatologia familiare.
E’ interessante l’analisi della sintomatologia positiva schizofrenica fatta dall’Autore, egli ne ipotizza una funzione di oggetto-sé: tali allucinazioni sono servite alla paziente per evitare l’angoscia panica di frammentazione del suo Sé.
La terapia viene seguita nei suoi sviluppi e la paziente viene accompagnata nel suo graduale abbandono delle esperienze psicotiche, per poter contattare progressivamente la realtà interna-esterna servendosi della mediazione analitica.
L’ iniziale vissuto di vuoto della paziente trova uno spazio di ascolto e di elaborazione attraverso la decisione del terapeuta di “vitalizzare” la terapia utilizzando una tecnica più attiva: attraverso la comprensione empatica ed invitando la paziente a sperimentarsi all’esterno per poter ottenere utili stimolazioni e lavorare su di esse in seduta.
L’analisi, tramite la riattivazione dei transfert d’oggetto-sé, in particolare attraverso il rispecchiamento delle espressioni sane del Sè e l’incoraggiamento della attività autoriflessiva e di presa di coscienza, ha ricontattato il sé potenziale vitale nascosto sotto il sé adattivo “negativo” e ne ha riattivato il processo di sviluppo.
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PDFRiferimenti bibliografici
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ISSN: 2035-4630, Open-acess, peer-reviewed Journal, Tribunale di Roma 142/09, 04/05/09 - dir. responsabile: G. Colajacomo
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